2/22/2012

Back to the past.

Londra, ieri sera. 

I Brit Awards sono stati parecchio deludenti anche quest'anno (vincitori qui), ma perlomeno il premio più significativo, Outstanding Contribution to Music, è andato a chi davvero se lo meritava: i Blur.

Dopo 17 anni la brit-pop band di Damon Albarn è tornata sul palco dell'arena O2 non solo per ritirare la prestigiosa statuetta, ma per esibirsi in 5 dei loro brani di maggiori successo. I Blur hanno aperto il breve set con Boys & Girls, per poi proseguire con la famigerata (grazie anche a Fifa 98) Song 2, e ancora Parklife per la quale ha raggiunto la band anche l'attore britannico Phil Daniels (che duetta con Albarn anche nel video della stessa canzone).  Accompagnati da 32 coristi della comunità gospel londinese, hanno poi eseguito Tender e infine chiuso con This Is The Low

Quella di ieri sera non si può certo dire sia stata una delle migliori esibizioni dei Blur, Damon Albarn sembrava infatti non azzeccarne una. La voce rauca e le continue stecche, non sono stati proprio il massimo (qualcuno l'ha perfino trovato fastidioso) per quello che doveva essere uno dei grandi momenti nella storia della musica.

Ma davvero vogliamo criticarli per questo? Non so voi ma io non me la sento. Magari sbaglio, ma la mia opinione è che i Blur ieri sera hanno dimostrato di essere una VERA live band. Insomma, si sono esibiti su quel palco dopo Adele e Rihanna.. non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. 
Damon per me ha mostrato di saper tenere ancora la scena nonostante non abbia più l'età per certi salti, e infatti la mancanza di voce è sicuramente da attribuire a quello, non al fatto che non sia più all'altezza come una volta. 
Poi appunto, ad ognuno le proprie opinioni.

La me 13 enne intanto scalpita all'idea di poter avere finalmente l'occasione di vederli live. 
Le date sono 2 per ora: Hyde Park, Londra 12 Agosto per la chiusura dei Giochi Olimpici; Svezia, Gotemburgh 9-11 Agosto Way Out West Festival
Io spero di realizzare un mio vecchio sogno e riuscire ad andare almeno ad una delle 2 (attendiamo anche altri annunci intanto, non si sa mai). Voi? Credete di potergli dare una seconda opportunità dopo ieri sera?


2/20/2012

Happy birthday Kurt.

Ieri sera ho ricevuto un messaggio che diceva "Maya sono a Seattle, se trovo Kurt gli porto i tuoi saluti".
Per ironia della sorte si da il caso che oggi sarebbe stato il 45esimo compleanno dell'ex frontman dei Nirvana, suicidatosi il 5 Aprile del 1994.. ma la storia la sappiamo tutti.
La prima cosa che ho fatto stamattina è stato mandare al mio amico l'indirizzo della vecchia casa di Cobain, incitandolo ad andare li a porgergli un piccolo tributo da parte di entrambi. Nel fare ciò, ho realizzato che lui sta vivendo -in parte- il sogno della me 14enne che voleva andare a Seattle appunto, con chitarra alla mano raggiungere la famosa panchina di Viretta Park e suonare Pennyroyal Tea contemplando quelle finestre dalle quali una volta si affacciava Kurt (magari le teneva sempre chiuse per isolarsi dal mondo ma fa lo stesso..).
Aspetterò quindi con ansia notizie dal mio amico, e spero davvero lui riesca a raggiungere il posto.


Intanto io da qui renderò a modo mio omaggio a quello che è stato uno dei miei primi artisti preferiti, una delle mie prime ispirazioni.  Avevo su per giù 12,13 anni e avevo da poco attraversato una prima fase pre-adolescenziale a suon di Spice Girls, Take That e Backstreet Boys. Non so bene come da un giorno all'altro mi sono ritrovata ad ascoltare i Nirvana (accompagnati poi da Oasis e Blur -facevo strani miscugli già all'epoca), ad andare a scuola con la felpa di Kurt Cobain, ad essere etichettata come quella "strana", l'"alternativa che ascolta musica depressa".. e cose così. Ricordo che passavo i miei pomeriggi ad ascoltarli, a leggere quei testi così contorti ma allo stesso tempo profondi, a cercare di capire i pensieri di Kurt, e ritrovarmici. Si, ero strana forte. Ma credo tutti noi abbiamo attraversato quelle fasi li, il cercare di rapportarsi ad una figura problematica come quella di una rock star suicida. A quei tempi strimpellavo anche la chitarra e amavo suonare le versioni umplugged delle loro canzoni. I Nirvana, Kurt, mi hanno dato tanto, mi hanno insegnato tanto. Se non fosse stato per loro non mi sarei mai affacciata al mondo del "rock" e di tutte le sue sfumature. Non sarei quella che sono oggi. Quindi buon compleanno Kurt, che tu possa continuare a riposare in pace. Ovunque tu sia. "Peace, love, empathy."

2/18/2012

..she needs her "scrappy kids"



 Lasciate che vi dica una cosa: quando ci si affeziona così tanto ad una band, da andare ben oltre la musica.. E' LA FINE.
Io, in una scala da 1 a 100, non saprei spiegarvi l'amore che provo per questi 5 ragazzoni qui accanto. Sappiate solo che è spropositato.

Detto ciò, quando sento l'urgenza di scrivere di loro vuol dire che qualcosa non va. E infatti.. è una di quelle giornate in cui non si capisce bene di che umore si è, non si ha voglia di fare nulla ne' avere nessun tipo di rapporto col mondo esterno. Scommetto che ognuno di voi abbia, per questi casi, un rifugio.. qualcosa in cui "rinchiudersi" per ritrovare la pace senza essere disturbati. Ebbene il mio luogo sicuro sono loro, gli Strokes (aborro chi usa l'articolo italiano davanti all'articolo inglese, scrivere "i The Strokes" sarebbe grammaticalmente sbagliato).

Anche se è la loro musica a darmi quel giusto distacco dalla realtà di cui ho bisogno per ritrovare l'equilibrio perso, la cosa che fa bene questo lavoro al 100% è "In Transit". Se non ne avete mai sentito parlare meglio così  (si sono gelosa e possessiva) ma per farvela breve è un film/documentario che gli Strokes hanno girato e auto-prodotto nel 2001 durante il loro primo tour nel Regno Unito. In questo film i 5 ragazzi ("scrappy kids" li definisce il loro manager Ryan Gentles) si mostrano per come realmente sono (beh..erano) alle prese con la loro fama iniziale, le interviste, i live, i fan, il primo tour oltre manica. Li vediamo scherzare tra loro, abbracciarsi, ballare insieme, ubriacarsi, fumare ashish, inseguirsi in aeroporto e prendersi a sberle (per finta, ovvio). Vediamo come Julian sia in evidente imbarazzo nel guardare l'obiettivo della telecamera, e nel rispondere alle domande che la speaker della bbc radio gli fa, e come Fabrizio e Albert d'altro canto siano quelli più a loro agio.
Ma va bene, non ho intenzione di raccontarvelo per filo e per segno, anche perchè come ho detto prima preferisco che non se ne parli molto di questa perla.
Il punto è, che guardando "In Transit" mi sembra di guardare un video amatoriale fatto da miei amici. Ogni volta sto li con un sorriso ebete stampato sul volto, li osservo, rido alle loro battute, e ogni volta è come se entrassi sempre più in intimità con loro. Come se riuscissi, tramite quelle vecchie immagini, a conoscerli sempre meglio. Mi sento così presa che mi sembra di aver vissuto tutto quello con loro, vorrei catapultarmi nel video e stare li a ridere e dire cazzate insieme.. e invece il fatto che loro abbiano delle vite di cui io non farò mai parte mi mette una tristezza infinita addosso (cosa darei per essere anche solo la sguattera che gli porta il caffè mentre sono in studio..).

Lo so, è assurdo considerare "amici" delle persone che non sanno nemmeno della mia esistenza, persone con le quali non ho condiviso nulla se non qualche chiacchiera post concerto ("hi Julian can you sign my ticket? oh and please, can I hug you?"), eppure a volte loro sono gli unici che riescono a farmi stare davvero in pace con me stessa e con il mondo.
Perciò, quando dico "ho bisogno di loro, mi mancano" è perchè DAVVERO ho bisogno di loro e mi mancano.
Sono miei amici. Loro non lo sanno, ma è così.
                                                                         
                                                                           

2/16/2012

Il manuale del concertista (quello serio).

Da tempo diversi amici mi incitano a scrivere del mio mondo da concertista e di tutto quello che è legato ad esso. Tipo le tecniche. si perchè c'è bisogno di alcune semplici (e stupide magari, vedetela come vi pare) regole per muoversi in questo mondo fatto di date, venue, milioni di persone, biglietti e file interminabili. e si, di musica ovviamente. 
Alcuni non capiscono o semplicemente non condividono, altri preferiscono starne fuori. Noi, i concertisti (quelli seri, quelli di cui parla questo post) ne abbiamo fatto uno stile di vita. 
Chiamateci esaltati, chiamateci folli o come volete.. noi siamo solo normali persone con una grande passione per la musica. e se per molti un autografo o una foto con un artista famoso è una stupidaggine, beh per noi è un traguardo, e una bandierina da aggiungere alla nostra collezione. 
Ma passiamo appunto alla parte pratica. Cosa fa esattamente un concertista quando si sveglia la mattina del fatidico giorno tanto atteso? 
No, a dire il vero partiamo da molto prima, perchè tutto ha inizio quando la data viene annunciata. e quindi ecco a voi i vari passaggi.  

NOTA: premettiamo che ci sono le dovute variazioni ed eccezioni a seconda della location e del tipo di band o artista che si va a vedere. 
Stilerò quindi prima una piccola guida per rendere le cose più chiare e comprensibili: 

ROSSO - artista BIG - la venue in questo caso non conta, bisogna muoversi e basta. (vedi Noel Gallagher biglietti finiti in pochi minuti) - piazzarsi in fila dall'alba. 

VERDE - artista MEDIUM venue GRANDE - possiamo concederci un po' di calma ma non così tanta.

BLU - artista MEDIUM venue PICCOLA - comprare prima possibile, e il giorno del concerto presentarsi li davanti il prima possibile. 

GIALLO - artista SMALL venue PICCOLA (non capita quasi mai che facciano suonare qualcuno di poca importanza in un posto grande) - quasi sicuramente non andrà sold out, possiamo andare anche dopo l'orario di apertura delle porte. (caso raro - l'ansia ce lo impedirà e anche in questo caso andremo li presto aspettando da soli come i cani che arrivino almeno quelli del service.) 


  1.    1- I BIGLIETTI. perchè esiste la prevendita? 

Quando il promoter o la band stessa annuncia una data la prima cosa che scatta in ognuno di noi è il panico. ovviamente. quando poi torna la lucidità ci si informa sulle prevendite (certo, in caso in cui abbiamo la certezza -o quasi- di poterci andare. perchè molto spesso tocca fare anche trasferte, e non tutti possono permettersi il lusso.) 
La prevendita ci permette di acquistare il biglietto con largo anticipo rispetto alla data dello show, per avere la sicurezza di non rimanere poi a bocca asciutta (in caso si tratti di un colore ROSSO o BLU). Ma diciamo che nella maggiorparte dei casi preferiamo comunque tirarci via subito il dente e portarci a casa il biglietto appena possibile, custodendolo gelosamente in posti che generalmente solo noi conosciamo
           
           2- LA VENUE 
Non è di poca importanza conoscere il luogo in cui si terrà il concerto. bisogna informarsi su che tipo di posto è (palazzetto, locale piccolo, discoteca grande, ippodromo, stadio ecc ecc) sulla grandezza del palco, sulle entrate (quante ce ne sono e dove) dov è posizionato il palco rispetto all'entrata e a quanta distanza da essa; dove sono i camerini e i parcheggi per i tour bus, e così via. 
Tutte cose fondamentali da sapere per il concertista che solitamente (anzi diciamo sempre) vuole stare in prima fila
Questo ci porta automaticamente al passo successivo: 

           3. LA FILA 

Se si tratta di un colore ROSSO, BLU o anche VERDE (in quache caso isolato) la fila diventa il punto fondamentale attorno cui ruota TUTTO il mondo del concertista. Se stiamo andando a vedere una band BIG (vedi Strokes, Arctic Monkeys etc etc) la sveglia (per chi riesce a dormire) sarà sicuramente puntata all'alba. Chi conosce bene la situazione sa infatti che arrivare tra i primi è la cosa migliore per assicurarsi (almeno all'80%) il posto in TRANSENNA davanti al palco. e quindi snobbando colazione e convenevoli, zainetto in spalla (su questo torneremo più avanti) ci si reca alla venue e ci si piazza a terra stile barboni, armati di santa pazienza e determinazione, pronti ad affrontare le mille ore al sole o al gelo fino all'apertura dei cancelli. 

          4. LA CORSA (si parla sempre dei casi ROSSO - BLU
Mettiamo che siamo in fila dalle 10 di mattina, e i cancelli aprono alle 7 di sera. Verso le 5 del pomeriggio l'ansia comincia a salire e a divorarci dall'interno. Siamo quasi immobilizzati dal panico quando vediamo arrivare la security a togliere i lucchetti. L'adrenalina comincia a pompare in ogni vena del nostro corpo e nel momento in cui le porte si aprono e l'omone ci strappa il biglietto, ci sentiamo una forza dentro come se fossimo Superman Batman e Spiderman messi assieme. e corriamo; corriamo corriamo corriamo senza guardarci indietro. fino alla TRANSENNA. E' li che torniamo in noi e ci lasciamo morire. Attaccati a quella sbarra di ferro, guardando il palco a pochi metri da noi. E' li che possiamo dire: anche stavolta ce l'ho fatta.

Piccola nota: molti concerti vengono fatti d'estate, quando fuori ci sono 40° gradi all'ombra, e molti di noi (donne nella maggiorparte dei casi) sono soggetti a debolezze/svenimenti e cose del genere. Quindi tornando allo zainetto di cui si parlava prima, cosa fondamentale che non deve mancare -apparte schifezze varie e cioccolate- sono le bustine di zucchero. Quelle credetemi possono salvarvi la vita. L'acqua anche non deve mancare però cerchiamo sempre di berne poca per evitare di doverci spostare dal nostro posto per andare a fare la pipì. Un concertista è in grado di trattenere la pipì anche per più di 12 ore. Non fa bene lo so, ma tant è. 

        5. RESISTENZA Questo punto lo aggiungo io. 

Durante i live mi capita sempre di dover combattere con gente che vuole a tutti i costi spodestarmi dal mio posto (centrale semmai) in prima fila. Ebbene, VADE RETRO. Bisogna cacciare gli artigli (i gomiti funzionano uguale) e difendere il proprio territorio come fanno i leoni. Perchè se sono stata li in fila dalla mattina e ho rischiato di svenire e ho corso e ce l'ho messa tutta per riuscire ad essere li, certo non mi lascerò fregare. chiaro no? Così come se mi sento male cerco di resistere fino all'ultimo a denti stretti, anche se le costole mi si stanno frantumando. La transenna infatti non è la meta tanto ambita solo per poter dire "io stavo avanti" no, può essere (specialmente per noi che siamo basse e debolucce) una salvezza. Piuttosto che stare in mezzo e non vedere nulla, e venire sballottolati a destra e sinistra finendo magari schiacciati a terra, stando davanti hai una sicurezza: puoi respirare. e puoi reggerti in caso di spinte e pogo pesante. 

        6. POST-GIG 

Quando le luci si riaccendono la prima cosa da fare prima di abbandonare la postazione (e dopo essersi asciugati il viso dalle lacrime), è cercare di entrare in possesso di almeno un cimelio, setlist o plettro che sia. Per questo ci può aiutare il farci amici quelli della security (o nel migliore dei casi qualcuno della crew), e se siete fortunati vedrete che uno di loro prenderà una scaletta la piegherà per bene in quattro e ve la infilerà direttamente nella borsa per evitare che altre mani si intromettano e la strappino via. Bravi uomini loro. 
Poi se pensate sia finita qui vi sbagliate di grosso. Se avete studiato bene la venue (chiesto informazioni e scoperto cose) saprete già dove recarvi per la prossima mossa: all'uscita VIP (nb: molto spesso può anche coincidere con l'uscita normale). 
Il tempo d'attesa può variare dal quarto d'ora all'ora e mezza. (e se fuori ci sono -20 gradi beh... sperate allora di ricevere una degna ricompensa per aver rischiato la morte per assideramento.) ma quando poi lo/li vedete uscire, tutti i mali svaniranno. Credetemi, nel momento in cui ve lo/li trovate davanti a pochi centimetri, e i vostri sguardi si incontrano, le vostre mani si sfiorano nel passaggio del pennarello, capirete che è ne è valsa la pena. TUTTO, dalla sveglia all'alba, alla fila interminabile, alle costole frantumate, al freddo porco che vi ha quasi uccisi.. Tutte queste cose vi sembreranno nulla. e sarete già pronti a rifare tutto da capo
Basteranno un autografo, qualche foto e magari due chiacchiere, a far da cieligina sulla torta. 



Per chiudere, la conseguenza a tutto: 
POST-GIG DEPRESSION (non tutti ne soffrono, ma chi l'ha provata almeno una volta, sa di cosa parlo). 
A questo punto la vostra giornata da concertista sarà davvero giunta al termine. 
Se vi siete goduti il live, se magari hanno anche suonato la vostra canzone preferita del vostro album preferito, e siete riusciti anche a rimediare un autografo, beh cosa c'è da volere più? (forse andare via con loro in tour bus.. ma vaaaaabè.) Pienamente soddisfatti, felici e ancora agitati per l'emozione (seppur tristi perchè è già tutto finito) non ci resta che tornare a casa, aggiungere il biglietto e/o la setlist autografata alla nostra collezione, buttarci sul letto a luci spente, mettere in play l'ipod e rivivere nella nostra mente la magnifica giornata appena terminata, in ogni minimo dettaglio. e continuare a farlo fino al prossimo concerto. 
(Chiedo perdono per il finale sdolcinato ma era inevitabile.) 



Vorrei aggiungere solo un'ultima cosa. Capisco che a chi ci vede dall'esterno, a chi non fa parte di questo mondo, possiamo apparire ridicoli.. ma lasciate che vi faccia notare una cosa: quando una squadra vince lo scudetto, tutte quelle persone che festeggiano fuori lo stadio, con le bandiere i volti colorati e le trombette...?? Ognuno ha la propria passione, e ognuno le proprie soddisfazioni che derivano da essa. 
Che siano un concerto o una partita di calcio o una gara di formula1 o una sfida ai videogiochi.. Non è forse la stessa identica cosa?!? Quindi prima di chiamarci ESALTATI pensate a voi, a cosa fareste voi. 
Passo e chiudo.


2/08/2012

30 Days Strokes Challange (all in one day)



1. How did you first get into the strokes?
It was in 2005, I put on this compilation/cd a friend made for me..and there at the 5th track there was “Last Nite”. Love at first heard. Didn’t even know how they looked like.

2. What was the first strokes song you ever heard?
Last Nite and Someday were in that same compilation/cd I was talking about.

3. Favourite strokes song?
Really hard one. I never know how to answer this question. I guess it’s Someday, but also Hard To Explain or ..idk. too hard choosing one.

4. Least favourite strokes song?
Killing Lies?

5. The Strokes song that means the most to you?
Someday. I don’t know why exactly. I never get tired of this one in particular.

6. Favourite Strokes album?
Is This It.

7. Least favourite Strokes album?
should say Angles..

8. Favourite song from Is this It?
Like I said before, I can’t chose one. Someday, HTE, NYCC.

9. Favourite song from Room on fire?
Whatever Happened

10. Favourite song from First impressions of earth?
Heart In A Cage (just to pick one.)

11. Favourite song from Angles?
I love Life Is Simple In The Moonlight but my fav is Under Cover of Darkness cause of its old-Strokes sound.

12. Favourite Strokes song lyric?
Woo. never thought about it before. O.o let’s say Red Light.

13. Favourite member of the band?
(little) Fabrizio Moretti. (I bet you thought I would’ve said Julian :D) I love them all in the same way, it's just that Fab is the funniest afterall.

14. Favourite Strokes interview?
NME August 2002 - Underpants, Squirrels And The Meaning Of Life

15. Favourite Julian Casablancas quote?
“It’s that feeling when you hear your favorite song…that feeling whether you’re in a car or a party or alone at home in bed, and you hear the song and it hits you so strong…that’s sort of my favorite thing about music.”

16. Favourite Strokes video?
Someday. ♥


17. Least favourite Strokes video?
12:51

18. Favourite part of in transit?
Niko and Albert at the airport “Yo bitch, yo bitch” Niko hits Albie and then “he runs away that’s so funny” ahah but I love that whole movie more than I love my life. ♥

19. Favourite quote from in transit?
“should you wake up Nikolai..what kind of question is that?”

20. Favourite Strokes album artwork?
Is This It (Uk version)

21. Least favourite Strokes album artwork?
Room On Fire

22. Favourite piece of Strokes merchandise?
magna t-shirt :D the classic one, (that Shia Labeouf wears in Transformer I, yeah) it never gets old.

23. Favourite pair of Julian’s sunglasses?
lol what kind of question is this? xD anyway those colorful ones..uhm I don’t know which model they were, ray ban I guess.

24. Favourite outfit of Julian’s?
THIS.




25. Favourite Strokes live performance?
the ones i’ve been to.

26. Have you seen The Strokes live?
of course. 3 times. (Open Air ST. Gallen 2010, Vigevano 2011, Benicassim 2011)

27. What song do you wish The Strokes still played live?
Ize of the World and Electricityscape

28. What would you do if the Strokes ever broke up?
suicide. no jokes. first tho i’d go to NY and punch them in the face forcing them to get back together, if it doesn’t work then yeah, suicide.

29. What do you want the new album to sound like?
old sound. I like the new one (80ish synth pop etc..) but I miss those guitar riffs and that dirty sound they used to have on Is This It. I’m a nostalgic conservative.

30. How would you react if you met Julian on the street?
first time i met him i was like “omgomgomgomgomgomgomgomgomgomgomgomgomg” second one “omg. oh. my. god. oh. my…” now probably i’d manage to say “HI.” ahaha joking. I spoke to him, so idk if I ever get to meet him again probably I’d ask him stuff and everything. then I’d faint in his arms waiting for him to reanimate me with that mouth thing. XD